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Viaggio al nord, tra i ghiacci norvegesi

Mese di Marzo. Lassù, nel profondo nord della Norvegia, ci stanno aspettando montagne ammantate di neve e l'isolamento invernale fatto di strade di ghiaccio galleggianti tra la magia dei fiordi. Dopo aver attraversato le Alpi a bordo della nostra Volkswagen Touareg, è notte quando ci fermiamo allo Snow Dome di Bispingen, a un centinaio di chilometri a sud di Amburgo, dove si scia anche in piena estate grazie a una pista innevata al coperto. Il giorno successivo, in prossimità del tramonto, sostiamo invece a Tjorn, in Svezia, dove a stupirci è il Pilane Sculpture Park, una galleria d'arte a cielo aperto dominata da una gigantesca testa bianca di una donna misteriosa.

Arriviamo finalmente in Norvegia, con la piacevole sorpresa del costo della benzina inferiore rispetto a quello italiano e colonnine per la ricarica elettrica ovunque. La nostra ammiraglia si muove silenziosa, mentre il tetto in vetro lascia entrare nell'abitacolo gli spettacolari panorami scandinavi. Superiamo Oslo e, dopo Lillehammer, deviamo per il parco nazionale di Rondane sotto cieli che paiono infiniti. Le strade ghiacciate sono di un bianco abbagliante, la guida richiede attenzione ma in soccorso vengono le quattro ruote motrici, ovviamente dotate di pneumatici invernali. Imposto il selettore della modalità di guida sull'off-road, mentre gli occhi si muovono incerti tra sogno e realtà. Ora la destinazione è la catena montuosa dello Jotunheimen, ovvero la Dimora dei Giganti. La strada, che dopo l'antica chiesa in legno di Lom sale al villaggio rifugio di Spiterstulen, è una vera e propria pista di ghiaccio: lunga 17 km, penetra nel cuore di questo suggestivo parco naturale. Siamo sul tetto della Scandinavia, la vetta del Galdhøpiggen raggiunge i 2.469 metri. Un mondo affascinante di roccia e ghiaccio spazzato da venti gelidi, che rendono piuttosto avventurosa la nostra risalita. Al ritorno, il caminetto di un accogliente rifugio, circondato da casette in legno armoniosamente arredate, sembra un meraviglioso miraggio; ma è tutto vero.

Al mattino ci rimettiamo al volante delle nostra Touareg, la strada è sempre coperta di ghiaccio ma l'elettronica di bordo fa sì che tutto sia sempre sotto controllo. La destinazione è Åndalsnes, capitale norvegese dello sci alpinismo incorniciata da vette verticali in comunione perfetta con verginali pendii innevati persi in un dedalo di fiordi, che come per magia galleggiano sopra le onde dell'Atlantico. Il cielo è drammaticamente carico di nubi minacciose, ma al contempo rende il paesaggio selvaggio quasi paradisiaco. Ancora una volta gli sci sono i grandi protagonisti nel vagare verso gli affascinanti panorami di questi giorni, mentre ci spostiamo nel labirinto dei fiordi che ci sta portando ad Alesund. La cittadina, vista dalla panoramica vetta dell'Aksala sembra veramente un presepio nordico circondato da una miriade di isolette. Un paradiso boreale senza uguali, uno spettacolo troppo vasto per poterlo afferrare e comprendere del tutto.

Anche il centro della città di Alesund coglie di sorpresa con la sua architettura liberty dalle risonanze centro-europee. Più in là, una vastità insondabile. L'Atlantico è tutto intorno a noi, un universo di mare, montagne, terra e cielo. Così come nelle ospitali montagne che coronano Volda e Sogndal, lungo la via del ritorno che ci vede traghettare attraverso il celebre fiordo dei sogni. A Leardal percorriamo la galleria stradale più lunga del mondo, con i suoi 24,5 km che conducono all'idilliaco paesino di Flam, dove le strade si innalzano tagliate a picco sul maestoso Sognenfjord, il fiordo dei sogni dove tutto è un incantesimo. Da Flam, usciamo dalla corona delle pareti verticali che fuggono verso il cielo seguendo una strada che si perde tra altopiani sterminati freddi, quasi inospitali, che lentamente portano alla calda vita di Oslo. La capitale norvegese è l'ultima tappa di questo viaggio: la città ci abbraccia dolcemente con l'incantevole panorama che godiamo dal famoso trampolino dell'Holmenkollen, mentre un traghetto ci aspetta per riportarci in Germania. Da lì, tutto d'un fiato, percorriamo i 1.300 km che ci separano da casa. Felicemente stanchi, ma già pronti per ripartire.




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