Comincia a prendere forma il piano di tagli di Volkswagen, annunciato lo scorso luglio dall'amministratore delegato Thomas Schäfer: in ballo ci sono 10 miliardi di euro di costi da ridurre entro il 2026 per riuscire a raggiungere l'obiettivo di redditività operativa del 6,5% rispetto al 3,6% dello scorso anno.

Via un quinto degli amministrativi. I primi tagli prevedono la riduzione di un quinto del personale amministrativo impiegato dalla Volkswagen. Nessun licenziamento, come previsto dagli accordi sindacali, ma pensionamenti anticipati o parziali: "Dobbiamo imparare a operare con meno personale", ha detto Schäfer nell'ultimo incontro con la dirigenza, insistendo sulla necessità di riportare il brand alla competitività di un tempo. "Questo non vuol dire che meno persone debbano lavorare di più, ma ridurre le inefficienze ed evitare sprechi e ridondanze inutili". La decisione dovrà comunque passare dal consiglio di fabbrica, composto per oltre il 50% da rappresentanti provenienti dalla Bassa Sassonia, dove si trova Wolfsburg.

Altre misure in cantiere. Ulteriori ipotesi sul tavolo prevedono la riduzione del ciclo di vita produttivo (dagli attuali 50 mesi a soli tre anni), tagli ai tempi di produzione e lo snellimento degli allestimenti e dei pacchetti optional. Quasi sicuramente, verrà accantonato anche il nuovo centro di ricerca e sviluppo da 800 milioni, che sarebbe dovuto sorgere proprio a Wolfsburg.