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Sospeso lo sbarco negli Stati Uniti

Il management della Cupra ha deciso di sospendere uno dei progetti cardine nel processo di espansione globale del brand catalano: l'ingresso negli Stati Uniti. "Alla luce delle sfide in corso all'interno dell'industria automobilistica e dell'evoluzione delle dinamiche di mercato, Cupra ha preso la decisione strategica di posticipare il suo ingresso nel mercato statunitense, originariamente previsto per il 2030", spiega la Seat nel comunicato sui conti semestrali.

Solo un rinvio. La Seat ha chiarito che la decisione non è correlata all'uscita dell'ex amministratore delegato Wayne Griffiths, bensì alle attuali prospettive di mercato per la mobilità elettrica. I futuro delle auto a batteria negli Stati Uniti è diventato oltremodo incerto con l'approdo alla Casa Bianca di Donald Trump: il tycoon ha rivisto completamente le politiche promozionali del predecessore Joe Biden, anticipando al prossimo mese di settembre la fine dei crediti d'imposta per l'acquisto di Bev e riducendo le agevolazioni a favore della realizzazione delle reti di ricarica. In sostanza, sulle prospettive di mercato nel medio e nel lungo termine aleggia un'incertezza che rende, al momento, difficile definire un'adeguata strategia di espansione sul mercato americano. "Non ci fermeremo, stiamo solo posticipando il nostro lancio negli Stati Uniti e continueremo a monitorare gli sviluppi del mercato nei prossimi anni per determinare il momento e l'approccio migliori, in linea con la visione a lungo termine del marchio", ha spiegato il responsabile commerciale Sven Schuwirth. "Nel frattempo, Cupra sfrutterà il forte slancio raggiunto nei territori chiave esistenti e presto si espanderà in nuovi mercati ad alto potenziale per ampliare la sua presenza globale".

Situazione complessa. Come detto, sulla decisione ha avuto un peso anche il contesto operativo, che ha spinto l'attuale management della Seat, guidato "ad interim" da Markus Haupt, a parlare di un "panorama difficile". Lo dimostrano anche i risultati del primo semestre, penalizzati da "quattro fattori chiave", ossi cambiamenti nel mix di vendita, i dazi europei sull'elettrica Cupra Tavascan, prodotta in Cina, il rincaro dei costi produttivi e l'intensificazione della concorrenza in alcuni mercati chiave. Inoltre, ha influito anche la prevista riduzione temporanea della produzione a Martorell per ammodernare le strutture e i macchinari in vista dell'avvio della produzione della famiglia di piccole elettriche del gruppo Volkswagen nel 2026. Ciononostante, le consegne sono aumentate dell'1,7% a 302.600 unità, soprattutto grazie al contributo della Cupra: l'aumento del 33,4% a 167.600 unità ha annullato il netto calo delle vendite del marchio Seat (-21,4% e 135 mila veicoli). Tuttavia, i ricavi, per i fattori citati dal management, sono scesi del 2% a 7,6 miliardi, mentre il margine operativo si è attestato sullo 0,5%, ben 4,7 punti percentuali in meno rispetto all'anno scorso. La Seat ha sottolineato il miglioramento riscontrato nel secondo trimestre, con un utile operativo salito dai 5 milioni dei primi tre mesi dell'anno a 38 milioni. L'aumento rappresentata per l'azienda il segnle di "uno slancio positivo e di prospettive più promettenti per la seconda metà dell'anno". Per i prossimi mesi, la Seat "prevede che le condizioni del mercato globale rimarranno difficili", ha ha assicurato il suo "fermo impegno" sulle sue priorità strategiche e la fiducia "nella sua capacità di adattarsi a un panorama automobilistico in evoluzione".




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