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In Transilvania con la Volkswagen T-Roc

Giornata bollente di un fine luglio anomalo dell'anno scorso. La nostra Volkswagen T-Roc, fresca di restyling, è incollata al nastro d'asfalto e il climatizzatore ci isola dalle temperature esterne inusualmente elevate, persino quassù al Passo del Brennero. Quantomeno il traffico è clemente e, procedendo a velocità di crociera entro i limiti, in tarda mattinata arriviamo a Salisburgo. Deviazione al lago di Gosau, fiabesco scorcio bucolico nell'Alta Austria. Sopra di noi, a catturare l'attenzione è la vetta del Donnerkogel, che ospita la Scala del Paradiso: si tratta di una nuova via ferrata, fra le più spettacolari d'Europa, che regala una vista mozzafiato, quasi una fuga verso il cielo. Dopo questa sosta giungiamo sulle rive del Balaton in Ungheria, il cosiddetto Mare Magiaro perché trattasi del più grande lago dell'Europa Centrale.

È qui Dracula? Nuovo giorno e la T-Roc riparte silenziosa, il 2.0 TDI da 150 cavalli di ultima generazione si fa apprezzare per la silenziosità e il consumo: la media del primo giorno di viaggio è 5,5 litri/100 km da computer di bordo, pari a 18,2 km con un litro di gasolio. Passaggio radente su Budapest ed eccoci in Romania. Frontiera velocissima, superiamo senza sosta i controlli a campione e siamo in Transilvania, nel regno di Dracula il Vampiro. Qui leggenda e realtà si fondono assieme, ma noi siamo principalmente affascinati dallo straordinario territorio su cui aleggia ancora la storia del principe Vlad III di Valacchia: meritano senza dubbio una visita alcuni dei castelli che erano le presunte dimore del sanguinario conte Dracula, per esempio quello dei Corvino a Hunedoara dove, leggenda vuole, Vlad l'Impalatore - ennesimo soprannome guagagnato per la poco simpatica pratica con cui trattava i suoi nemici - rimase prigioniero per sette anni.

Sulla Transalpina s'inizia a godere. Se vi piace guidare, tra parentesi, qui potrete gustarvi anche il fascino delle straordinarie strade dei Carpazi. Per prima la Transalpina, la più famosa e più alta della Romania: 148 chilometri che collegano Sebes a Novaci, nota anche come la Strada dei Re, con quota massima raggiunta al passo di Urdele, 2.145 metri. Fosse stato inverno con la neve, avremmo potuto anche saggiare le doti della trazione 4Motion di cui è dotata la nostra T-Roc, ma tant'è: riusciamo comunque a goderci questa strada ardita e panoramica. Che è relativamente giovane, risale ai primi del Novecento, ma solamente nel 2007 è stata resa sicura e percorribile. Gode la fama di essere una delle arterie montane più belle d'Europa e difatti i panorami che ci circondano, oltre ai piacevoli tornanti che conducono al passo di Urdele, confermano la meritata fama. In questo frangente, la T-Roc è gradevole e la coppia del 2 litri turbodiesel (360 Nm a 1.600 giri) digerisce il dislivello senza colpo ferire. Le dimensioni compatte, poi, aiutano nei punti più stretti di questa arteria (denominata 67 C), dove l'attenzione deve essere sempre costante.

La Transfăgărășan. Pastori e greggi di pecore, antichi casolari, panorami soavi ma anche misteriosi costellano questa Transalpina. Ma ora ci aspetta la mitica Transfăgărășan: La strada più bella del mondo? Forse no, ma sicuramente più emozionante della Transalpina che abbiamo appena percorso. Nota anche come la follia di Ceaușescu (voluta dal dittatore negli anni 70 per permettere una rapida fuga alle truppe rumene in caso di invasione sovietica), è lunga 152 km ed è aperta solamente nei mesi estivi. Con un impareggiabile giro ad anello, questo storico tratto ci riporta sulla E 68 da dove siamo partiti, subito ad est di Sibiu, la splendida capitale di questa affascinante Transilvania. Da Novaci a Curtea de Arges, il collegamento si snoda sulle pendici sud delle montagne più alte della Romania. Punti di ristoro e cucina tradizionale allietano il percorso fino a riprendere la Transfăgărășan, che percorriamo da sud a nord; indicazioni sempre chiare, non più 67 C ma ora solamente 7C. Questa attraversata dei Carpazi trova il suo punto più spettacolare nel raggiungimento del glaciale Lago Balea, a 2.034 metri di quota: è un'esperienza da brivido ma gioiosa, irrinunciabile, soprattutto per i tornanti successivi che si tuffano verso Sibiu. Prima di arrivarci scopriamo il monastero di Sambata, affascinante e pacifica meta per rasserenare il cuore e l'animo.Tenebroso, invece, l'ennesimo castello di Dracula a Bran, che non possiamo non visitare al pari della splendida Brașov sempre ai piedi dei Carpazi. Questa città di circa 300mila abitanti è nota per le sue mura e le roccaforti medioevali, nonché per la vivace vita delle sue piazze e dei suoi ristorantini. Così come Sibiu e Alba Iulia, ultime tappe di questo viaggio attraverso uno dei Paesi più affascinanti d'Europa.




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